LIBRI & RECENSIONI

La barba di Aronne

I capelli lunghi e la barba nella vita religiosa

Autore: Guidalberto Bormolini

Editore e anno: Libreria Editrice Fiorentina, 2010

Recensioni del libro: “La barba di Aronne”

Orientalia Christiana Periodica

L’Autore affronta un problema di antropologia culturale in prospettiva fenomenica religiosa, ripondendo dapprima alla domanda, in sede diacronica e sincronica, cioè nella storia e hic et nunc: barba e capelli lunghi sono essenziali alla vita religiosa? Fino dalla introduzione l’Autore dimostra di conoscere un’abbondante letteratura…

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V. Poggi, S. J.

Orientalia Christiana Periodica, Vol.78. Fasc. I.- Anno 2012, pp 230-231

RAI Radio 1

La nota critica letteraria Simonetta Bartolini alla trasmissione L’argonauta ha recensito positivamente il saggio La barba di Aronne. Riportiamo il testo trascritto e la registrazione del brano radiofonico.

La storia dell’umanità si può raccontare da tantissimi punti di vista per ricostruire usi e costumi nel corso del tempo, però sino ad oggi non era stata ancora pubblicata una storia pilifera dell’umanità…

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Simonetta Bartolini

"In viaggio tra libri e cultura. Lo scaffale delle muse", l'Argonauta RAI Radio1, puntata n. 389 del 22 Aprile 2012, ore 23:48

Totalità

Usanze e tradizioni legate alla storia pilifera.Il libro mostra un’ampia rassegna storica e antropologica, sugli studi in campo etnologico e mitico.

Alessandro Bedini

Totalità, Magazine di Cultura e Politica, 29 Novembre 2011

Reportata

Un testo teologico dedicato alla barba e ai capelli lunghi solo apparentemente può risultare stravagante. Ciò lo si deve precisamente alla disinformazione diffusa che c’è sul tema, che è appunto poco frequentato dalla ricerca teologica, sebbene non per questo meno significativo e meno rilevante nel suo ampio prospetto di studio. Il primo grande merito di Guidalberto Bormolini, pertanto, è proprio quello di aver riportato l’attenzione su questo aspetto della vita ascetica e spirituale che è trasversalmente diffuso in tutte le religioni, ed ha oltretutto radici evidenti nella stessa patristica cristiana…

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Paolo Trianni

Reportata, Passato e presente della teologia, 21 Marzo 2012

Verona Fedele

“Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba”: sono alcune intense parole tratte dal Libro del profeta Isaia (cap. 50), nel quale viene presentata la celebre, drammatica figura del servo sofferente di Yahweh. Tra le torture inflitte a quest’uomo buono, perseguitato e docile spicca quella, dolorosa e offensiva, dell’estirpazione violenta della barba. Più volte, quest’immagine è stata associata al volto di colui che è stato avvolto nella Sindone, splendida icona della sofferenza, anch’egli provvisto di barba; e non casualmente nel raffigurare il volto di Gesù, la maggioranza dei pittori ha scelto di mostrarlo incorniciato da una peluria più o meno folta. Bisogna partire da queste brevi considerazioni per comprendere il significato del libro di Guidalberto Bormolini…

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Maurizio Schoeplin

Verona Fedele, Settimanale Diocesi di Verona, 25 Dicembre 2011

Famiglia Cristiana

Barbe non solo di bellezza. L’autore è un monaco e la sua bella barba quasi sottolinea che questo attributo nasconde significati più profondi di quelli meramente estetici. Sin dall’antichità lasciarla crescere era una scelta collegata al sacro.

Per i cristiani barba e capelli lunghi richiamano il volto di Gesù, e somigliargli aiuta a lasciarsi plasmare da lui. Lo studio indaga la storia e le tradizioni religiose, riportando molti aneddoti ed esempi curiosi.

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Elda Daprà

Famiglia Cristiana, 26 Giugno 2011

Toscana Oggi

Dall’antichità ad oggi, la barba ha accompagnato la nostra civiltà come un «signum contradictionis», indice di rispetto della natura e della volontà di Dio e sintomo di sciatteria o di trasgressione, insegna innovatrice e orpello provocatorio…

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Franco Cardini

Settimanale della Conferenza Episcopale della Toscana, 10 Luglio 2011

Avvenire

Chissà quanti lettori avranno fatto un sorrisino leggendo i versetti del salmo 133: «Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato sul capo che scende sulla barba di Aronne». Quell’accostamento tra il piacere di stare insieme e l’olio che scende sulla barba di Aronne ai lettori di oggi sembra qualcosa di estraneo e di specioso. Perché sottolineare la barba e non un’altra parte del corpo? Forse aveva, allora, un’importanza e un significato particolare in rapporto alla vita religiosa? A queste e altre domande risponde il volume di Guidalberto Bormolini, sacerdote e responsabile della comunità Ricostruttori nella preghiera…

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Vincenzo Arnone

Avvenire, 20 Novembre 2010

Rivista di Ascetica e Mistica

In questo originalissimo saggio l’autore affronta un tema assai poco trattato, cioè il valore antropologico, dell’uso del non radere (o radere) barba e capelli.

Il tema può naturalmente apparire secondario, stuzzicante solo per qualche curiosità da intellettuale e dobbiamo senza dubbio ammettere che non è essenziale ai fini della risposta alle grandi domande-chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo. Ma si sa, nella vita non è importante solo l’essenziale: altrimenti non avrebbe senso gustare un buon piatto di cibo saporito…

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Lorenzo Spezia

Rivista di Ascetica e Mistica, 25 Dicembre 2011

Corriere della Sera

Chi ha detto che l’abito non fa il monaco? Leggendo le pagine de La barba di Aronne. I capelli lunghi e la barba nella vita religiosa, (Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 2010, pp. 155, € 8,00) ci si convince del contrario.

L’autore, Guidalberto Bormolini, sacerdote fiorentino della comunità dei Ricostruttori, ci offre in questo libro un agile e prezioso trattato di storia del costume che prende in esame, da un punto di vista antropologico, usanze, abitudini e tradizioni legate ai capelli e alla barba. Bormolini ripercorre insomma, attraverso sapienti pennellate, la storia «pilifera» dei tanti popoli che, fin dall’antichità, hanno occupato l’area mediterranea e vicino Orientale, passando in rassegna le mode, il look come diremmo oggi, di personaggi più o meno famosi…

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Alessandro Bedini

Corriere della Sera, 13 Settembre 2011